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.Recava una targhetta di ottone in ricordo della battaglia in India in cui Sharpe, allora una semplice giubba rossa, aveva salvato la vita al generale.Quell'atto eroico gli aveva fruttato anche la nomina sul campo a ufficiale; adesso, però, mentre guardava attraverso la lente, Sharpe soffriva per quella nomina, che aveva fatto di lui un uomo isolato, inviso ai suoi stessi simili.C'era stato un tempo in cui gli uomini si affollavano intorno al fuoco di Richard Sharpe, cercando la sua approvazione, ma quel tempo ormai era passato.Aguzzò gli occhi verso il fondo della valle, nel punto in cui, nella tempesta di neve del crepuscolo, gli era parso di scorgere la macchia grigia di fumo dei focolari di un villaggio.Attraverso le lenti ben calibrate scorse gli edifici di pietra e l'arco piccolo e alto del campanile di una chiesa.Dunque a poche ore di marcia si trovava un villaggio, che, per quanto povero, doveva avere riserve di viveri: granaglie e fagioli custoditi negli orci sigillati con la cera, prosciutti appesi a stagionare nel camino.Il pensiero del cibo si fece d'un tratto impellente e soverchiarne.Puntò il cannocchiale a destra, scrutando la neve brillante.Un albero carico di ghiaccioli passò davanti alla lente.Un movimento improvviso indusse Sharpe a fermare il cannocchiale, ma era soltanto un corvo nero che svolazzava sullo sfondo di un pendio imbiancato.Dietro il corvo, una linea di tracce confuse indicava il punto in cui alcuni uomini erano scivolati giù dalla collina in uno spazio vuoto.Sharpe fissò le orme: erano fresche.Come mai i picchetti non avevano lanciato l'allarme? Spostando lo sguardo verso la bassa trincea nella neve che contrassegnava la linea del sentiero da capre, si accorse che i picchetti non c'erano più e imprecò dentro di sé.Gli uomini si erano già ammutinati, accidenti a loro.Chiuse il cannocchiale, alzandosi e voltandosi per tornare indietro.Si girò in tempo per vedere Harper fermo sulla porta occidentale della casa in rovina.Doveva essersi avvicinato col passo furtivo di un gatto, perché Sharpe non aveva sentito niente.«Non andremo a sud», disse l'irlandese con voce atona.Sembrava sorpreso dal movimento così repentino del tenente, ma la sua voce rimase inflessibile.«Non m'importa un accidente di quello che pensate.Dovete soltanto uscire e prepararvi alla marcia.»«No.»Sharpe posò il cannocchiale sullo zaino che aveva disposto, insieme con la nuova spada e il fucile ammaccato, sul davanzale della casa in rovina.Aveva di fronte a sé due strade: poteva ragionare e persuadere il fuciliere con le buone, oppure far valere l'autorità che competeva al suo grado.Era troppo infreddolito e affamato per adottare il primo metodo, più laborioso, e così optò per il secondo.«Siete in arresto, Harper.»L'altro ignorò le sue parole.«Non partiremo, signore, e questo è quanto.»«Sergente Williams!» gridò Sharpe attraverso la porta del tugurio rivolta verso il granaio.I Fucilieri erano disposti ad arco intorno alla fossa poco profonda che avevano scavato nella neve.Rimasero a guardare; dalla loro immobilità apparve evidente che, quella mattina, Harper era il loro emissario e portavoce.Williams non si mosse.«Sergente Williams!»«Non verrà», gli disse Harper.«È semplicissimo, signore.Non abbiamo intenzione di dirigerci a sud.Andremo a nord, verso la costa.Ne abbiamo parlato, ecco che cosa abbiamo fatto, ed è là che andremo.Voi potete venire o restare, per noi fa lo stesso.»Sharpe rimase immobile, dissimulando la paura che gli faceva aggricciare la pelle e rimescolare il ventre attanagliato dalla fame.Andare a nord significava accettare l'ammutinamento, e quindi perdere ogni residuo di autorità.Ma insistere per andare a sud era come invitarli a ucciderlo.«Noi andremo a sud.»«Voi non capite, signore.»«Oh, sì, capisco benissimo.Avete deciso di andare a nord, però siete spaventati a morte all'idea che io possa andarmene a sud da solo, raggiungere la guarnigione di Lisbona e lì denunciarvi per disobbedienza e ammutinamento.Vi costringeranno a scavarvi da solo la fossa, Harper, e vi fucileranno.»«Non ce la farete mai a raggiungere il sud, signore.»«Quello che volete dire, Harper, è che siete stato inviato qui ad accertarvi che non sopravviva.Un ufficiale morto non può denunciare un ammutinamento, vero?»Dall'espressione dell'irlandese, Sharpe intuì che aveva colto nel segno.Harper si agitò, a disagio.Era un uomo gigantesco, alto un palmo più di Sharpe, che era già alto sei piedi, e con un corpo massiccio che rivelava una forza notevole.Senza dubbio, gli altri Fucilieri erano ben felici di lasciare a Harper quel lavoro sporco, e forse soltanto lui aveva il fegato per farlo; oppure il suo odio nazionalistico per gli inglesi avrebbe trasformato quel delitto in un piacere.«Ebbene?» insistette Sharpe.«Ho ragione o no?»Harper si leccò le labbra, prima di posare la mano sull'impugnatura di ottone della baionetta.«Potete sempre venire con noi, signore.»Sharpe lasciò che il silenzio si prolungasse, poi, quasi arrendendosi all'inevitabile, annuì con aria stanca.«A quanto pare non ho molta scelta, vero?»«Nossignore [ Pobierz całość w formacie PDF ]
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